“Follia, non sei più l’oggetto dell’ambiguo elogio in cui il saggio ha sistemato la tana
inespugnabile del suo timore. Se dopotutto non vi è alloggiato troppo male, è perché l’agente
supremo che da sempre ne scava le gallerie e il dedalo è la ragione stessa, è lo stesso Logos
che serve.”
Lacan J., “L’istanza della lettera nell’inconscio”, Scritti, Torino, Einaudi, 1974, p. 522.